Fringe vs Flexible benefit: differenze e quando usarli
11 settembre 2025
Ai fringe benefit e ai flexible benefit abbiamo già dedicato due delle guide che puoi consultare qui sul sito di Tundr:
Fringe benefit: cosa sono e come funzionano
Flexible benefit: vantaggi ed esempi pratici
Andiamo ora a riassumere in una tabella comparativa le differenze tra questi due strumenti di welfare:
Fringe benefit | Flexible benefit | |
---|---|---|
Rapporto con la retribuzione | Vanno ad aggiungersi alla retribuzione principale | Rappresentano una forma di retribuzione complementare |
Detassazione | Fino a 1.000 euro annui per tutti, fino a 2.000 euro anni per chi ha figli a carico | Senza soglie di esenzione |
A chi vengono concessi | Possono essere assegnati al singolo dipendente | Devono essere concessi a tutti o a un gruppo omogeneo di dipendenti |
Richiedono un regolamento welfare aziendale | No | Sì |
Possono essere concessi come premi di risultato | No | Sì |
Che cosa comprendono | Buoni acquisto, auto aziendale, asilo aziendale, servizio mensa e buoni pasto, buono carburante, computer, tablet e smartphone aziendali, polizze assicurative, contributi per l’alloggio, prestiti aziendali, servizi di trasporto collettivo | Spese scolastiche, salute e benessere, previdenza complementare e assistenza sanitaria, viaggi e attività ricreative, spese per la famiglia, formazione professionale, buoni acquisto |
Chi sceglie il benefit | Azienda | Dipendente |
Quando usare i fringe benefit e quando usare i flexible benefit
Dal punto di vista dell’azienda, scegliere di erogare fringe benefit restando al di sotto delle soglie di esenzione fiscale vuol dire introdurre il welfare in un modo estremamente semplice e fiscalmente vantaggioso, mantenendo allo stesso tempo un controllo forte su come i benefici verranno spesi o fruiti dai dipendenti.
Optare per i flexible benefit vuol dire invece dare entrare in dimensione più strategica del welfare aziendale: quella in cui il piano di welfare viene costruito in modo che ogni dipendente possa personalizzare la propria fruizione dei benefit, sulla base delle proprie preferenze e delle proprie esigenze. All’azienda è richiesto uno sforzo aggiuntivo: dovrà predisporre un regolamento welfare aziendale per definire criteri d’accesso, tipologie di beni e servizi a disposizione e regole da rispettare per la loro corretta fruizione. Ma i ritorni di questo investimento saranno misurabili in termini di motivazione, fedeltà e produttività dei dipendenti.