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Fringe benefit: cosa sono e come funzionano

11 settembre 2025

a man wearing glasses and a black shirt

Autore

Marco Valsecchi

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I fringe benefit sono compensi in natura che il datore di lavoro offre ai propri dipendenti in aggiunta alla retribuzione principale. Ecco alcuni esempi:

  • Buoni acquisto

  • Auto aziendale

  • Asilo aziendale

  • Servizio mensa e buoni pasto

  • Buono carburante

  • Computer, tablet e smartphone

  • Polizze assicurative

  • Contributi per l’alloggio

  • Prestiti aziendali

  • Servizi di trasporto collettivo

Chi può usufruire dei fringe benefit

I fringe benefit possono essere concessi dall’azienda a dipendenti a tempo determinato e dipendenti a tempo indeterminato, a part-time o full-time, in presenza o in smart working. Ma anche apprendisti, stagisti e lavoratori a progetto. La concessione può avvenire sulla base di quanto previsto dal contratto collettivo nazionale di lavoro, oppure per decisione del datore di lavoro stesso. Non è necessaria la stesura di un regolamento: questi benefit possono essere riconosciuti al singolo lavoratore o a categorie specifiche di dipendenti a discrezione dell’azienda.

Quali sono i vantaggi dei fringe benefit per i dipendenti

Dal punto di vista dei dipendenti, i fringe benefit sono innanzitutto beni e servizi che possono essere usufruiti gratuitamente oppure a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle di mercato. Inoltre, come stabilito dall’articolo 51 del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi), questo tipo di compenso non concorre alla formazione del reddito da lavoro dipendente fino a una determinata soglia di esenzione.

La Legge di Bilancio 2025 fissa queste soglie di esenzione:

  • 1000 euro annui per i dipendenti senza figli a carico.

  • 2000 euro annui per i dipendenti con figli a carico.

  • 5000 euro annui per i nuovi assunti con reddito fino a 35 mila euro che trasferiscono la propria residenza di oltre 100 chilometri stabilendola nel Comune del luogo di lavoro.

Stando ai dati raccolti dall’ENBIC (Ente Bilaterale Confederale) e recentemente ripresi da Milano Finanza, in Italia sono già più di 3 milioni i lavoratori beneficiano già di almeno una misura di integrazione retributiva “in natura”: una platea la cui espansione dovrebbe proseguire anche nel corso 2025. “In un contesto economico segnato dalla stagnazione dei salari reali e da un'inflazione ancora percepita”, evidenzia il quotidiano, “sempre più imprese stanno ridefinendo la struttura della retribuzione per sostenere il potere d’acquisto dei dipendenti”.

Quali sono i vantaggi dei fringe benefit per le aziende

Un investimento in welfare è sempre un investimento nel benessere dei dipendenti, che in tempi di “job hopping” e “dimissioni silenziose” si traduce in più attaccamento all’azienda, maggiore produttività e tassi di turnover più bassi.

L’ultima edizione della Benefits Trend Survey condotta da WTW su un campione di oltre 5mila aziende appartenenti a diversi settori rileva come l’approccio all’erogazione dei benefit che mette al centro il dipendente sia in evidente crescita (dal 41% al 49%) e stia andando a sostituire l’approccio puramente di mercato (in calo dal 30% al 13%). “La concorrenza per i talenti è il motore principale di questa trasformazione: 2 aziende su 5 ritengono sia un fattore chiave nella strategia di benefit”, segnala la società di consulenza in un post su LinkedIn.

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