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Benefit 2025: occhio alle scadenze

22 dicembre 2025

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Autore

Marco Valsecchi

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Il 2025 è quasi finito, ma per erogare i benefit riferiti a quest'anno le aziende avranno un po' di tempo anche nel 2026. Per la precisione, potranno farlo fino al 12 gennaio. Questo in virtù del cosiddetto "principio di cassa allargata", richiamato all'articolo 51 del TUIR - Testo unico delle imposte sui redditi.


"Il reddito di lavoro dipendente è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d'imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro", si legge infatti nel testo, nello stesso paragrafo in cui viene precisato che "si considerano percepiti nel periodo d'imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio del periodo d'imposta successivo a quello cui si riferiscono".

Ne consegue, appunto, che i benefit messi a disposizione dei dipendenti tra il 1° e il 12 gennaio 2026 rientrano ancora nel periodo d'imposta 2025. Se si tratta di fringe benefit, in particolare, il loro ammontare rientrerà nelle soglie di esenzione relative a quell'anno, che - ricordiamolo - sono fissate a mille euro per tutti i dipendenti che salgono a duemila euro nel caso di dipendenti con figli a carico.


Entro quando il dipendente deve spendere il welfare 2025


La circolare 5/2018 dell'Agenzia delle Entrate chiarisce chi benefit erogati mediante voucher si considerano percepiti dal dipendente, e assumono quindi rilevanza reddituale, nel momento in cui entrano nella disponibilità del lavoratore, a prescindere che il servizio venga fruito in un momento successivo. Posto quindi che il welfare erogato entro il 12 gennaio 2026 ricade ancora nel periodo d'imposta 2025, a determinare entro quando dovrà essere speso saranno il contratto collettivo nazionale oppure il regolamento aziendale che ne disciplinano le modalità di erogazione.

Per fare due esempi: il CCNL metalmeccanici appena rinnovato prevede che il welfare erogato per ciascun anno debba essere speso entro il 31 maggio dell'anno successivo a quello in cui viene concesso, mentre il CCNL terziario avanzato 2022-2025 prevedeva che venisse erogato entro il 31 dicembre e speso nei 12 mesi dall'assegnazione. Se invece parliamo di welfare introdotto attraverso la contrattazione di secondo livello o di benefit concessi in modo unilaterale dell'azienda, il testo a cui fare riferimento è il regolamento aziendale.


Attenzione però alle bollette delle utenze domestiche, il cui rimborso da parte del datore di lavoro è entrato per la prima volta a far parte dei fringe benefit col decreto Aiuti-bis per l'anno d'imposta 2022. La circolare 04/2022 prodotta dall'Agenzia delle Entrare per fornire chiarimenti sulla novità precisa che i rimborsi possono riferirsi anche a fatture emesse nell'anno successivo a quello d'imposta, purché riguardino consumi effettuati nell'anno di riferimento.


Per approfondire:

Novità fiscali per i fringe benefit
Tassazione dei fringe benefit: cosa serve sapere

Come si scrive un regolamento welfare


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